Sempre su Gottinga – scaricate Gottinga
Non abbiate fretta, perché c’è da leggere un po’.
Cominciamo dal titolo.
Georg Cantor è il grande matematico padre della moderna Teoria degli insiemi – la stessa che dovreste avere studiato a scuola – e soprattutto della teoria dei numerali transfiniti. I suoi risultati in questi settori furono rivoluzionari, del tutto antiintuitivi e Cantor stesso stentava ad accettarli: “Lo vedo, ma non ci credo.” fu il suo commento di fronte all’inevitabile esistenza di una gerarchia di infiniti, la “scala ascendente degli Aleph” che da allora è legata al suo nome.
Prima e dopo di lui molti altri hanno studiato questi argomenti ma è Cantor “il matematico dell’infinito“.
David Hilbert fu uno degli ultimi matematici completi, forse l’unico contemporaneo accostabile a nomi come Eulero e Gauss, a cui idealmente si avvicendò (nacque sette anni dopo la morte di Gauss, che a sua volta ne aveva sei alla morte di Eulero).
Autore di contributi fondamentali in tutti i campi di cui si occupò, fu un autentico gigante della disciplina, che per lui non conosceva distinzioni di settore o in “pura” e “applicata”: un “uccello” della matematica (secondo la celebre metafora di Freeman Dyson), che volava alto spaziando in lungo e in largo, consolidando la conoscenza delle terre conosciute e avvistando territori inesplorati.
Addirittura, complice una pubblicazione quasi simultanea, è stato a lungo in dubbio se fosse sua o di Albert Einstein la paternità dell’equazione di campo della Teoria della Relatività Generale, questione chiarita definitivamente in favore di Einstein solo negli anni Novanta.
La passione di Hilbert per la ricerca e la sua fiducia nelle potenzialità conoscitive della matematica, all’origine del suo ambizioso programma di formalizzazione, furono sconfinate e – prima dei celebri risultati d’incompletezza di Kurt Gödel – incrollabili: sua è l’affermazione “Nessuno ci scaccerà dal Paradiso che Cantor ci ha procurato.” (in riferimento alla riduzione alla matematica – operata da Cantor – del concetto metafisico di infinito) e la celebre “Wir müssen wissen, wir werden wissen” (“Dobbiamo sapere, sapremo”), riportata sulla sua tomba.
Hilbert trascorse buona parte della vita e della carriera presso la già prestigiosa università di Gottinga, che sotto di lui diventò un centro di assoluta eccellenza, unico nella storia della matematica.
Davide Osenda è l’autore della storia a fumetti Gottinga, la sorpresa più sorprendente – quasi quanto questa cacofonica ripetizione – dell’edizione 2008 del Festival della Matematica di Roma.
Mi permetto di imbarazzarlo con un accostamento surreale come quello del titolo perché gli ho già espresso di persona il mio apprezzamento per il suo lavoro: Davide non ha mai pubblicato e, come fumetto, “Gottinga” costituirebbe un bell’esordio anche se parlasse del prezzo delle zucchine nella Bassa Sassonia tra le due guerre.
Ha una buona tecnica narrativa, cattura l’attenzione del lettore e utilizza bene la gabbia semplicissima che si è scelto. Il tratto è essenziale e corretto, con qualche incertezza minore e una padronanza del colore che non è quella di un esordiente. Davide nasce infatti come acquerellista, il che rende ancora più sorprendente il controllo che ha sulla narrazione. Ma per fortuna gli esordi brillanti esistono, e non sono poi così rari da farci gridare al miracolo.
Il punto infatti è un altro.
Gottinga è – sic et simpliciter – una storia sulla teoria dell’infinito di Cantor. Un argomento astratto e concettuale, impegnativo e difficile da insegnare, figuriamoci da visualizzare. Ci ho pensato un po’ e non mi è venuto in mente niente di più difficile da raccontare a fumetti.
Davide non si è minimamente posto il problema e, non ponendoselo, il problema gli ha fatto un baffo: con idee narrative e soluzioni grafiche brillanti, riducendo al minimo gli inevitabili passaggi didascalici, ci traghetta attraverso le grandi idee e i risultati di Cantor, Hilbert e Gödel, spiegati a un giovane curioso da un professore vecchio e stanco.
Questo è già molto ma non è tutto, perché Gottinga non è solo un buon fumetto didattico, da far leggere ai vostri nipotini perché capiscano che ci sono tanti infiniti, alcuni più grandi e altri più piccoli (e se non avete chiaro perché dovreste farlo, è il caso che prima lo leggiate per bene voi).
Nel 1934 il Ministro della Cultura del Reich domandò a David Hilbert se la matematica tedesca avesse sofferto per l’espulsione dei docenti ebrei. Celebre la risposta: “Sofferto? Non ha sofferto, Signor Ministro. Semplicemente non esiste più.”
Evocando le grandi menti che diedero lustro a una Gottinga ormai umiliata e deserta, il professore si fa sempre più vecchio, e più stanco: il buio è calato sull’Europa e fuori dalle aule universitarie la Storia procede implacabile.
Dulcis in fundo, qualche domanda che ho scambiato con Davide, insieme a me nella foto, a destra.
Grazie agli amici di Formicablu, e in particolare a Marco Boscolo, potete ascoltare l’intervista in versione audio all’interno di questa puntata di PiGreco Party.
INTERVISTA CON DAVIDE OSENDA
Com’è nata l’idea di Gottinga?
Per caso, nel senso che sono autodidatta sia come fumettaro che come matematico: sono programmatore informatico, ho studiato un po’ di fisica e le questioni logiche mi interessano.
Per questo fumetto l’ho presa un po’ larga. L’idea mi è venuta leggendo il libro di Aczel, affascinante, anche se non so nemmeno chi è questo tipo…
Lo scorso inverno avevo molte sere libere e ho cominciato a disegnare. Per passione sono acquerellista e partendo da qui ho messo in fila grosso modo quello che sapevo delle ricerche sull’infinito: le idee cantoriane, e poi Gödel, che ha dato la mazzata successiva, eccetera eccetera.
Ho messo tutto insieme e l’ho ambientato in un’aula universitaria.
Come mai proprio l’infinito?
Non lo so. Forse perché è una questione metafisica, e mi piace quel tipo di dimensione. Non sono riuscito a razionalizzare più di tanto. Ho cercato di compiere “un giretto”… poi sono stato attento ai disegni. Una volta “piantati i paletti” matematici, la difficoltà è cominciata quando si è trattato di dare corpo a un vero fumetto, anche se un disegno tirava l’altro. A un certo punto, mi sono trovato con le prime trenta pagine già sceneggiate e sono dovuto tornare indietro a riprenderne i fili, perché capivo che era difficile sintetizzare questi concetti.
Per gli aspetti teorici dell’argomento ti ha aiutato qualcuno? Hai avuto una consulenza scientifica?
No. Anzi, la cosa che ancora mi fa ridere è che una volta finita la storia ero contento dei disegni ma avevo dubbi sulla “tenuta”, sulle basi teoriche. Così la mandai a Torino, chiedendo se per favore Odifreddi [organizzatore e direttore scientifico del Festival della Matematica; NdR] potesse darci uno sguardo. Avevo questo cruccio: “tiene” oppure no? Se poi non mi avesse risposto, pazienza. Invece dopo un po’ mi chiamano chiedendo se potevano usare la storia per il Festival della Matematica. Che stupore…
Intervista raccolta il 13 marzo 2008
La storia e i disegni di Davide Osenda per Gottinga sono pubblicati con licenza Creative Commons per poterne consentire la diffusione e la condivisione da parte dei lettori a fini non commerciali e riportandone l’origine.
Selezione di tavole da Gottinga di Davide Osenda
Tag: Cantor, Fumetto, Gottinga, Hilbert, Infinito, Matematica, Osenda, Transfiniti
venerdì, 28 marzo 2008 - 16:45 alle 16:45 |
Dove si puo’ acquistare?
venerdì, 28 marzo 2008 - 20:54 alle 20:54 |
La storia è inedita ed è stata presentata a Roma in anteprima. Se qualche editore interessato ne venisse a conoscenza sarei il primo – e anche più di Davide, credo – a esserne contento.
sabato, 29 marzo 2008 - 11:45 alle 11:45 |
ciao Andrea
(mi sa che posso permettermelo, visto che si sono frequentate insieme scuole lontane, e i meccanici perfino…)
scusa il tono un poco personale, ma tant’e’
sono mica tanto abituato ai blog
anzi, il tuo e’ il primo della lista
e anche l’unico, a dire il vero
vabbe’
e’ che, lo sai, di disegno poco, ma accidenti
se chiami in campo certi concetti
infinito…
fra l’altro quel Dyson l’ho sentito parlare in una intervista a radio 3
e mi sono anche segnato il titolo che deve essere uscito per boringhieri
(ma vista la mia memoria…)
insomma
a parte il fatto che davvero mette voglia di frequentarlo
questo blog
anche a chi come me capisce nulla di disegni e meno di matematica
facci un favore
a me come agli altri come me
(ne esisteranno, no…?)
dicci un paio di titoli di cose da leggere
fra Hilbert, Dyson e quel che vuoi
(e a parte il fatto che questo lavoro a tavole d Osenda
interessa perfino uno come me…)
sempre ammesso che un blog
possa permettersi anche le indicazioni bibliografiche… ;-)
molti saluti
sabato, 29 marzo 2008 - 12:33 alle 12:33 |
Visto ora…
Ciao Andrea, hai fatto più lavoro tu, di quanto c’ho messo io ad assemblare i disegni!…
Grazie di cuore per lo sbattone e per le tue parole! le cretinerie te le scrivo poi, chè sui blog mi sento nudo!… ehm…ma nell’intervista potevi correggermeli i conginuntivi, no?!
A presto
domenica, 30 marzo 2008 - 17:11 alle 17:11 |
Ciao Andrea,
concordo con il tuo estimatore mio omonimo: il tuo blog e’ proprio interessante. Cambiando discorso completamente, ricordo che Kirby e’ sempre stata una tua passione (anche mia) per cui magari t’interessa quanto segue. Introducendo il primo volume della recente raccolta in volumi della saga del Quarto Mondo, Morrison accenna al fatto che a King Kirby sono state dedicati anche dei pezzi musicali. Incuriosito, dopo una breve ricerca in Rete ho scoperto che i Gregg Bendian’s Interzone hanno scritto un intero album dedicato alla sua opera, con pezzi dai titoli tipo “New Gods”, “Mother Box” etc. Il titolo dell’album e’ “Requiem for Jack Kirby”.
Make mine,
Luca
domenica, 30 marzo 2008 - 21:27 alle 21:27 |
Davide, come chiunque può leggere, i tuoi congiuntivi vanno bene così come sono (non sono intervenuto). Quelli che ho aggiustato un po’ sono i miei.
Luca, è un grande piacere che le mie chiacchiere ad alto rischio di solipsismo e potenzialmente “nerd-ma-con-l’alibi-del-principio-d’autorità” (gli argomenti “importanti”, etc.) si facciano leggere anche da qualcuno con tutt’altri interessi. Il problema me l’ero posto: predicare ai convertiti non è particolarmente interessante (ed è certamente inutile) ma riuscire a parlare al di fuori della propria ristretta cerchia è davvero difficile (io, poi, non ho una particolare esperienza di scrittura). Ho concluso che non poteva essere un problema, perché altrimenti era insolubile: alla fine, si può fare bene solo ciò che piace, e parlare efficacemente solo di ciò che si conosce. Di certo, è così per me.
Di Dyson è un classico “Turbare l’universo”, il suo primo libro costantemente in catalogo. Chi è disposto ad arrendersi all’evidenza che le sue estrapolazioni drastiche e fantasiosissime restano sempre e comunque scientifiche (mentre la fantascienza Dyson l’ha dovuto rincorrere più volte, quasi sempre arrendendosi e dedicandogli almeno un paio di romanzi) può leggere anche “L’importanza di essere imprevedibile”.
Quanto a Hilbert, ha prodotto alcuni titoli non strettamente di ricerca e non strettamente matematici, ma non ne conosco di vera e propria divulgazione (scrupolo – e categoria editoriale/giornalistica – che forse ai suoi tempi non esisteva). Un lettore senza studi specifici di matematica ma con interessi filosofico-epistemologici può apprezzare “Ricerche sui fondamenti della matematica”. Meglio però forse farsene prima un’idea, per esempio con questa recensione d’autore di Gabriele Lolli.
Sempre per un lettore non specializzato ma motivato, consigliabilissimo “Il flauto di Hilbert” di Umberto Bottazzini, un ottimo storico della scienza, brillante e documentato (en passant, ricordo che ha insegnato anche a Bologna).
LucaB: sapevo dei riferimenti kirbyano-musicali di cui mi dici ma non li ho mai approfonditi (devo averne letto qua e là nel corso degli anni su “The Jack Kirby Collector”; a proposito, per il n.50 ho fatto anch’io una cosina piccola piccola). Non tutto quello che si dice o si fa di/a/da/in/con/su/per/tra/fra Kirby è sempre azzeccato, “to the point” o semplicemente interessante ma – naturalmente – un autore del genere è per definizione un invito all’iperbole e all’esagerazione. E ci mancherebbe altro (e lo sa bene Morrison…).
domenica, 30 marzo 2008 - 21:28 alle 21:28 |
Davvero interessante. Sia il fumetto che l’introduzione “storica” , che riesce a incuriosire anche uno come il sottoscritto, che coi numeri non ha mai avuto una gran simpatia. Mi ricorda un pò la fantascienza “matematica” di Rudy Rucker. Spero davvero che trovi presto un editore.
lunedì, 31 marzo 2008 - 08:58 alle 08:58 |
Ciao Andrea,
ho in programma di acquistare il 50esimo “Jack Kirby Collector”. Ne avevo preso i primi numeri, ma poi l’avevo mollato, un po per i motivi da te indicati. Oltre ad un ricco portfolio, un motivo in piu’ per leggerlo sara’ dunque il tuo articolo ( o disegno??). L’album “Requiem for Jack Kirby” si puo’ scaricare legalmente online. Uan valutazione di Kirby molto interessante e’ stata espressa da Spiegelmann in un’intervista per TCJ di una decina di anni fa. Non vorrei riportarti cose imprecise, appena posso provo di recuperare il numero di TCJ in questione. Morrison: lo consideravo in qualche modo l’erede di Kirby (soprattutto per moltissimi temi de Il Quarto Mondo. Mi ha stupito sapere che a su detta lo ha scoperto solo recentemente.
Una curiosita’ matematica: t’interessi ancora di matematica n modo professionale? Di che cosa ti occupavi/interessavi di piu’ ai tempi dell’universita?
Ciao.
Luca
lunedì, 31 marzo 2008 - 09:18 alle 09:18 |
LucaB, il mio contributo al TJKC 50 è davvero minimo: ho raccolto e curato (contatti, traduzione, etc.) l’intervento su Leo Ortolani, che Adam McGovern ha incluso tra i “Top 50 Kirby Creators” (o qualcosa del genere).
Quanto alla matematica, dopo la laurea (in realtà da poco prima, se ricordo bene), tralasciando un breve periodo come borsista presso il CINECA di Bologna (Consorzio Interuniversitario per il Calcolo), ho lavorato prima a un progetto di ricerca/sviluppo di grafica 3D di un gruppo privato (motori geometrici per sistemi CAD/CAM), poi per società di automazione industriale (di tutto un po’, quindi: rilevazione dati, analisi, robotica, etc.). Il tutto per circa 7 anni, prima di darmi all’editoria a tempo pieno.
martedì, 1 aprile 2008 - 13:28 alle 13:28 |
Grazie di aver sodisfatto la mia curiosita’. Non so perche’ avevo in testa che ti fossi occupato di analisi matematica.
Ciao.
LucaB
giovedì, 3 aprile 2008 - 09:03 alle 09:03 |
Le tavole che ho visto sono bellissime. La rappresentazioni dei numeri sono semplicemente… identiche a quelle che ho in testa! Complimenti, spero che venga pubblicato presto…
sabato, 5 aprile 2008 - 19:50 alle 19:50 |
ciao Andrea (oddio, che imbarazzo chiamarti per nome, però a leggerti ogni due mesi dall’editoriale di rat-man collection finisce che ti sento molto vicino :D)
studio ingegneria e sono appassionato di matematica e fumetti, quindi è inutile dire che questo lavoro mi interessa tantissimo.
E’ vero che quando lo pubblicheranno (perchè non possono certo farsi scappare una cosa del genere) ne riparlerai, così potrò correre a comprarlo?
grazie di tutto!!
Arnaldo aka lawful.
domenica, 6 aprile 2008 - 18:11 alle 18:11 |
Ciao Arnaldo, con un nick come il tuo devi essere una persona davvero per benino.
Certo, se e quando ci dovesse essere una qualche “avventura editoriale” per “Gottinga” ne parleremo sicuramente. Anzi, sarebbe un piacere.
giovedì, 1 Maggio 2008 - 22:23 alle 22:23 |
sono ancora anna matera. che dire, sono felice di avere riscontro della relazione che esiste tra matematica e poesia. pitagora affermava che tutto è numero. come dargli torto. hilbert con i suoi 24 problemi in parte risolti, in parte irrisolubili, altri accettati, condivisi, altri ancora, si fa per dire, in alto mare, sono a mezza via dall’essere risolti, accettati, sono aperti, chiusi… avere visitato questo sito ho conferma che preparerò proprio la tesi di laurea tra la relazione esistente tra matematica e poesia! chissà se qualcuno prima di me ne ha preparato una di questo genere?
la geometria euclidea secondo hilbert con tutti i suoi assiomi è proprio una vera bibbia. la difficoltà sta proprio nel dimostrare le sue ovvietà. quelle cose che tu dai per scontate, ma scontate non sono.
cantor e la sua teoria della continuità è alla base dello studio delle funzioni che accompagnerà poi ogni ramo scientifico di ricerca analitica. qualcuno disse: “la matematica è l’espressione più alta della filosofia”. ma la filosofia è anche un’arte. ciao alla prossima fumettistica. anna augura buon proseguimento artistico.
martedì, 27 Maggio 2008 - 10:30 alle 10:30 |
Grandissimo lavoro.
Nella mia rustica ignoranza faccio fatica a seguire i testi,
di conseguenza concentrandomi a “guardar figure”…
trovo che la tecnica sia ottima e il risultato parla sa solo.
Vederlo pubblicato, a questo punto, mi sembra d’obbligo!
martedì, 27 Maggio 2008 - 11:14 alle 11:14 |
Roby, grazie per l’incoraggiamento e l’auspicio. Naturalmente, sono d’accordo al 100%.
lunedì, 15 settembre 2008 - 10:56 alle 10:56 |
il fumetto e’ stato pubblicato su questo sito:
http://www.rudimathematici.com/Bookshelf/Gottinga%20%28D.Osenda%29.pdf
Magari lo avete gia’ segnalato
Ciao
lunedì, 15 settembre 2008 - 13:55 alle 13:55 |
Sì, i Rudi Matematici sono stati molto gentili. Spero di trovare qualche minuto per ricambiare con una segnalazione incrociata.
mercoledì, 17 settembre 2008 - 11:11 alle 11:11 |
[…] Blog di Andrea Plazzi, trovate inoltre un articolo con approfondimenti sui temi trattati e un’intervista con […]
martedì, 21 ottobre 2008 - 18:37 alle 18:37 |
interessantissimo…a presto
martedì, 4 novembre 2008 - 20:05 alle 20:05 |
a proposito di fumetti e scienza, segnalo questa casa editrice: http://www.gt-labs.com/
“fallout” lo ritengo una lettura obbligatoria :)
martedì, 4 novembre 2008 - 20:12 alle 20:12 |
Sottoscrivo, Jim Ottaviani è un benemerito…
giovedì, 22 gennaio 2009 - 01:53 alle 01:53 |
ciao davide, non sapevo che eri anche tu fumettaro, oltre che fricchettone. mi sono scaricato il tuo fumetto in pdf. adesso me lo leggo.
marcuzzo.
venerdì, 23 gennaio 2009 - 21:12 alle 21:12 |
Andrea!… ci siamo fatti scoprire da quel fricchetone di corona!… e come si fa adesso?
ciao marco! ognuno, i propri deliri!…
domenica, 22 febbraio 2009 - 18:02 alle 18:02 |
BUON LAVORO
giovedì, 7 Maggio 2009 - 15:55 alle 15:55 |
Ciao, non posso crederci, un fumetto su Geoge Cantor e i suoi insiemi infiniti!
Sono Raffaella e mi occupo di teatro e scienza a Torino. Collaboro con Mathesis un’ associazione che si occupa di divulgazione della matematica. Abbiamo appena presentato uno spettacolo di babaciu (burattini) proprio su Geoge Cantor. Mi piacerebbe chiedere ad Davide se posso utilizzare una tavola del suo fumetto per la copertina del dvd dello spettacolo…
Grazie
sabato, 26 dicembre 2009 - 00:59 alle 00:59 |
Solo per informarti che qui ti cito
http://peppe-liberti.blogspot.com/2009/12/gottinga-di-davide-osenda.html
ciao
sabato, 26 dicembre 2009 - 09:05 alle 09:05 |
Grazie, lusinghiero (e quasi imbarazzante). Giro all’autore.
giovedì, 18 marzo 2010 - 16:54 alle 16:54 |
Complimenti veramente! Bellissime le tavole, interessantissimi i concetti e geniale l’impianto narrativo…
Spero di vedere presto pubblicazioni di Davide.
Ciao
venerdì, 19 settembre 2014 - 06:12 alle 06:12 |
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