Carnevale della Matematica

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Si tratta di una notevole iniziativa, a cui temo che non troverò presto il tempo – mentale, soprattutto – di partecipare veramente (cioè scrivendo su qualche idea o argomento di matematica minimamente miei) e a cui mi ha gentilmente invitato Gianluigi Filippelli, blogger scientifico attivissimo e fumettofilo entusiasta.

Sinceramente, quello che mi manca un po’ è scrivere matematica, anche nel senso passivo e non originale di tenere lontana la ruggine con qualche calcolo, di riprendere formule e idee di altri o di vedere se qualche must ineludibile è ancora lì, ostinatamente aggrappato ai neuroni ancora in attività (come il Teorema di Cantor, che ogni tanto, nelle mie serate di relax con gli amici, tra sguardi preoccupati mi ritrovo a scarabocchiare sui tovaglioli di carta). E in realtà scrivendo matematica è difficile essere totalmente passivi: anche con poche, minime nozioni su ciò che si scrive è quasi impossibile ricopiare a pappagallo o trascrivere interamente a memoria. Nella testa si mette sempre in moto qualcosa e in caso contrario si ferma anche la mano, e si resta a fissare il foglio e quello che si è scritto cercando di capire come andare avanti (ma divago, e chissà se mi sono spiegato).

Gianluigi è stato gentile, sollecito e soprattutto si è ricordato di ricordarmelo: potevo fare di meno? Certo, ma non sarebbe stato bello e ci siamo accordati per una cosa davvero piccola piccola, che dire di no sarebbe stato meschino: parlerò di un’esperienza recente, una lezione di matematica per fumettisti. Che detto così non vuol dire niente, se non che la lezione – di matematica, questo sì – si è tenuta in un ambiente affollato di fumettisti e durante un festival di fumetto.

E a questo punto siete avvertiti e potete anche continuare.

La serata era stata suggerita e organizzata da Luana Vergari, una sceneggiatrice brava e simpatica (e scusate la melassa), curiosa di argomenti scientifici e matematici (ah, il fascino dell’ignoto…). Dopo qualche suggerimento che mi ha lasciato un po’ così (tipo “Potresti fare qualcosa su Fibonacci, che è così pop?”) ho cercato di non fare il vecchio moralista e ci ho messo del mio, perché trovare il tempo per preparare la lezione non sarebbe stato facile, e non potevano essere ritagli di tempo, ma il miglior quality time possibile.
Quindi divertirsi era imperativo e alla fine il titolo della serata è diventato “Plazzi, Fibonacci e Bézier: dai cofani della Renault a Shrek”. Naturalmente mi sono rifiutato di spiegarlo (un mediocre espediente di marketing che ha funzionato benissimo) e non lo farò ora.
In pratica, ho preparato alcuni argomenti seguendo un vago filo conduttore del tipo “non voglio annoiarvi, che ci hanno già pensato a scuola” (alla fine, la percezione della matematica presso il grande pubblico è ancora quella di un’esperienza scolastica, come per la Divina Commedia e i Promessi Sposi; nel caso della matematica, è naturalmente un delitto; d’altra parte, conoscete qualcuno che ha letto Dante e Manzoni di propria iniziativa e in età adulta, anche dopo la tempesta perfetta delle letture dantesche in ogni possibile piazza d’Italia?):
• numeri di Fibonacci (e vai con i conigli); il link è in inglese perché la pagina mi sembra più completa di quella italiana; questa invece mi piace molto;
• sezione aurea (il collegamento è immediato);
• elementi di geometria differenziale per la modellazione 3D, con qualche accenno di storia della medesima (per sfruttare la curiosità che circonda l’argomento per via del cinema d’animazione, e senza dimenticare il fascino dell’ignoto di cui sopra: l’idea dominante e semplificata di modellazione 3D non dovrebbe far dimenticare che le basi sono pur sempre qui e qui);
• sistemi e basi di numerazione, argomenti fondamentali dalla semplicità ingannevole e suscettibili di ingegnose generalizzazioni e di raffinate applicazioni;
• il paradosso dei compleanni (un grande classico, presentato – sulla scorta di una mia antica esperienza – come “Vi piacerebbe vincere una scommessa in denaro con persone meno intelligenti di voi che non capiscono quando non capiscono?”; il “Sììììì” è stato assordante);

Non entrerò qui nel dettaglio degli argomenti (sono riuscito a usare una piccola parte del materiale preparato) e dirò solo che a quanto mi è stato riferito (io avevo la luce negli occhi e non vedevo niente) per quasi due ore non si è alzato nessuno.
Come diceva voi-sapete-chi, “lo vedo ma non ci credo”.

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Una Risposta to “Carnevale della Matematica”

  1. Fumettopoli news Says:

    […] organizzando in quel periodo: Andrea è, infatti, un matematico di formazione, e partecipa con un piccolo post sui conigli di Fibonacci. Questo contributo fa incuriosire Roberto, che lo intervista per il sito di Maddmaths!: il […]

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