Giornali dell’Altro Mondo

by

Nel nostro, di mondo, i giornali sono istituzioni affidabili e benemerite, dalla professionalità inattaccabile, solidamente a baluardo della libertà d’informazione e della democrazia. Fonti autorevoli su fatti e notizie, alle cui domande (un numero a caso: dieci) un Presidente del Consiglio non si sognerebbe mai di non rispondere (come pare a lui, certo; e ci mancherebbe altro), pena la perdita di ogni credibilità personale e politica. Insomma, un mondo e dei giornali abbastanza noiosi.
Per fortuna esistono anche Altri Mondi, e dimensioni in cui la fantasia può correre a briglia sciolta, libera da ogni vincolo e persino dalle leggi fisiche e biologiche. Mondi dove agli ultrasettantenni ricrescono i capelli e le telecamere rimandano una realtà giustamente filtrata (magari con una calza) ed epurata dalle tante brutture in circolazione. Mondi che possiamo conoscere anche noi, grazie a giornalisti scrupolosi e a Giornali che hanno paura di raccontare le cose come stanno (rileggendo, questa frase potrebbe contenere un refuso, ma ora vado di fretta, scusate, che altrimenti faccio tardi a un convegno sui lapsus).

Giornali come il fantasioso Il Giornale, una testata davvero sorprendente anche secondo gli standard di Terra-2, il pianeta da cui ci invia regolarmente servizi su fatti ed eventi che, per fortuna, sul nostro non potrebbero mai avere luogo.
Impossibile resistere alla tentazione di riportarne uno che riguarda i miei amati fumetti e che coinvolge la brava Sara Pavan, Founding Mother del collettivo ernestvirgola, nonché fumettista dalla statura indiscussa, da fare impallidire Carlà.
Il tutto courtesy of Massimiliano Lussana, un giornalista che di viaggi dev’essere andato a lezione dall’Eternauta in persona.

Gli interessati possono approfondire la questione qui, quo e qua, dove la news è stata rilanciata con scrupolo, ma non intendo rinunciare al piacere di offrirvi in proprio questo bel momento di fantasy giornalistico, che trovate sopra, e l’opinione di Sara, che trovate sotto.
Se poi avete cinque minuti, cercate di farvi un’opinione vostra senza fidarvi necessariamente di quella degli altri.

Enjoy.

Buongiorno,
sono Sara Pavan, l’autrice del fumetto sul quale il quotidiano
Il Giornale ha costruito la falsa notizia della diffusione di materiale pornografico a bambini all’interno di un incontro organizzato dalla Biblioteca di Genova. Ho parlato con gli organizzatori, che mi hanno assicurato che l’incontro era rivolto a genitori ed educatori e che non è stato distribuito materiale inadatto a dei bambini!
Il fumetto in questione e tutto il materiale grafico da me realizzato per il sito beyourself è stato pensato per un pubblico di adolescenti al quale il sito si rivolge, con la finalità di parlare di sessualità e affettività in modo preciso ma con il linguaggio, a volte un po’ spinto dei giovanissimi, per riuscire davvero a farsi ascoltare e risvegliare così dal torpore, dalla massificazione, dall’insoddisfazione questi giovanissimi che tramite la televisione, internet e quant’altro consumano abitualmente pornografia, che a tutto serve fuorché a formare le persone ad una sessualità sana e consapevole, men che meno al rispetto della donna e alla comprensione che la donna è persona e non oggetto.
La storia presa di mira cerca di ridicolizzare certi modi di dire e di fare, non mostra nessuna scena di sesso, ed è disegnata in modo simbolico e non realistico per non avere nessuna possibilità di lettura erotica. Credo che nessuno di quelli che ne hanno parlato si sia preso effettivamente la briga di leggere e considerare il materiale che ho realizzato.
Che è tutto, fuorché pornografico.
Ho realizzato questo materiale ormai quattro anni fa. Sicuramente è acerbo dal punto di vista artistico, ma paragonarlo in senso negativo ai lavori dichiaratamente erotico-pornografici di grandissimi disegnatori come Magnus o Manara, decisamente espliciti e per la mia sensibilità di donna anche volgari, è come dire che la colpa di questo fumetto sia di non essere sufficientemente porno.
L’arte contemporanea ci dovrebbe aver affrancati da più di un secolo dal dovere di realizzare con grande maestria tecnica e con realismo fotografico le nostre opere. Quindi ai miei occhi il voler prendere come esempi positivi dei fumetti erotici e pornografici nel vero senso della parola, solo in virtù del talento grafico di chi li ha realizzati e come esempio negativo il mio, disegnato in modo naif, ma contenutisticamente molto più pesante e importante, proprio perchè fa pensare, mi sembra a dir poco assurdo.
Fortunatamente, non mi sono trovata in mezzo a un crimine violento mio malgrado, ma l’angoscia che mi assale nell’uscire una mattina di casa per andare al lavoro e vedere la mia opera così deformata, storpiata, strumentalizzata e tagliuzzata, per farne l’esatto opposto di quel che è, in prima pagina di una testata nazionale, e vedere come il falso e il mai accaduto possano diventare la verità solo in virtù del mezzo che li diffonde, vedere accadere questa cosa non a qualcuno di sconosciuto, ma a me, al mio privato, alla mia vita, mi riempie di sfiducia nel mio Paese e mi riempie di indignazione verso quegli individui che, contro ogni deontologia professionale, fanno del giornalismo superficiale e sensazionalistico, senza documentarsi, né verificare le fonti.
Se io mai avessi fatto un errore di questo tipo non avrei più nessuna credibilità professionale.
Invece, grazie all’amplificazione di ogni azione mediatica in periodo pre-elettorale, chi ha una missione importantissima per la democrazia, cioè diffondere la verità delle notizie, sembra automaticamente autorizzato a inventare un babau per tirare l’acqua al suo mulino: per colpire un sindaco, una manifestazione, umiliando il lavoro altrui, il mio, fatto con onestà e coraggio senza la minima remora.

Io non sono nessuno, non sono famosa, non sono un genio, ma sono un’onesta cittadina.
Per questo credo di meritare pubbliche scuse, sulla stessa prima pagina, dove il mio lavoro è stato screditato, dagli stessi signori che così spavaldamente non hanno riferito il vero.

Tag: , , , ,

8 Risposte to “Giornali dell’Altro Mondo”

  1. the Marius Says:

    Bah…

  2. Andrea Plazzi Says:

    Ciao Marius, il tuo “Bah…” è una critica negativa?
    Immagino che non sia un segno di disinteresse, visto che ti sei preso la briga di lasciare un commento.

    Andrea

  3. Luca Says:

    Se il materiale non é stato distribuito a bambini, si sono inventati tutto.
    Giusto querelare.

    Luca

  4. Snàporaz Says:

    Non so come (e se) si è evoluta la vicenda ma sono dell’idea che per la Pavan sarà più facile querelare e vedersi simbolicamente rimborsata piuttosto che ricevere “meritate e pubbliche scuse”. Soprattutto “pubbliche”.

    Snàp

  5. Andrea Plazzi Says:

    Abbiamo un po’ tutti la stessa impressione.

  6. Nomad Says:

    Ahimè le pubbliche scuse, qualora venissero fornite, troverebbero spazio in un trafiletto di righe a pag. 25. Querelare servirà forse a farsi rimborsare qualche spicciolo per mal valutato danno morale, ma tutto qui :-(

  7. alfredo Says:

    Acc…avevo lasciato un lungo commento la settimana scorsa ma temo che me l’abbia mangiato =(
    In sostanza, però, vedo che tutto quello che pensavo è stato detto dagli altri.

    Io come ho sentito la notizia sono andato su beyourself a leggere il fumetto incriminato e l’ho trovato tutt’altro che pornografico, e comunque non rivolto ai bambini. L’ho trovato, anzi, consapevole e utile… ed è un peccato che abbia avuto tutti questi attacchi, assolutamente immotivati. Probabilmente parlare di sessualità usando il fumetto è una cosa troppo forte per un paese in cui – non raccontiamocela – da dopo la guerra regna la democrazia cristiana; ma questa è un’altra storia.
    L’ironia è che l’Italia che critica Sara Pavan è la stessa che tollera le mignotte (scusate il francese) seminude in tv a qualsiasi ora del giorno, i reality e tutta la spazzatura mediatica e mediatizzata che da troppi anni ormai chiude gli occhi alla popolazione. Il fumetto di Sara Pavan da un orientamento per vivere la sessualità in modo consapevole e personale, cosa che la strumentalizzazione del sesso da parte dei media spesso rende difficile, per non dire impossibile.
    Ricordo che verso la fine degli anni Novanta Vertigo pubblicò una breve storia (di Gaiman e McKean) in cui Death e John Constantine educavano i giovani lettori sull’uso del preservativo e del sesso sicuro. Allora però nessuno disse niente, stranamente, ma erano anche altri tempi.
    Forse è semplicemente che la Pavan ha puntato il dito su una visione della sessualità che si discosta da quella che passa per la maggiore nella mediasfera?

  8. Evelyn strix Says:

    chiii!!! chi ha osato diffamare la mia sorellonaa!!!!
    Un giorno diventerò una fumettista famosa… e quel tizio dovrà pregare per non essere messo in mostra come i neolaureati.
    sigh! la mia sara! la mia maestra non si tocca!

Lascia un commento