Paolo Bacilieri

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Foto Mauro Romanzi

Spendiamo subito i grazie del caso, che è il caso.
Il primo va a Paolo, perché il suo nome basta e avanza per fare bella figura senza stare a pensare uno dei soliti titoli sciocchini.
Il secondo va  sempre a Paolo per il tempo e le belle immagini.
Il terzo, per la pazienza, va a lui e a Francesca, che hanno aspettato per più di un anno la pubblicazione di queste loro deliziose chiacchiere tra expatriates veronesi, a cui ho fatto da spettatore un po’ alticcio durante una di quelle serate così garbate e rilassanti e divertenti che ti chiedi dov’è il trucco e perché non sono tutte così (poi in effetti il trucco c’era).

Ora dovrei scrivere qualcosa di interessante su Paolo Bacilieri ma, davvero, non sono all’altezza e dopo quattro false partenze ci ho rinunciato e quella meno peggio la trovate qui, insieme a un po’ di informazioni sui suoi lavori.
In breve, Paolo Bacilieri è un bravo, ottimo e secondo me – da tempo – grande autore di fumetti. Niente di originale, lo pensano in tanti.

Da anni Paolo è un piccolo oggetto di culto per un pubblico selezionato e competente (si dice così per evitare il solito “pochi ma buoni”, che sa tanto di scatola di biscottini della zia buonanima), che in lui apprezza uno dei rari, veri e moderni punti d’incontro tra innovazione e tradizione, vocazione popolare e ricercatezza, consapevolezza artistica e immediatezza espressiva.
Della sua generazione (v. sotto), lui, Palumbo e chi altri…? E se andiamo un po’ indietro ad altre generazioni i pochi nomi papabili si fanno imbarazzanti e forse dovrò farmi perdonare da Paolo, che leggendo si porterà la mano alla fronte pensando “Ossignùr, me lo scusino…” (qualcuno di quei nomi ho avuto il coraggio di scriverlo, sempre qui).
Per l’aspetto più evidente ma mai scontato del lavoro di Paolo, il suo disegno, lascio fare alle immagini di corredo all’intervista (per non parlare del suo blog personale, zeppo di pagine a fumetti e disegni stupendi).

Naturalmente è di Paolo la testata di cui questo blog si fregia orgogliosamente a partire dalla data odierna, con qualche accorta e discreta elaborazione  (tip of the hat a Marco Tamagnini, graphic designer extraordinaire).
Ecco qua la versione originale uncut:

I simpatici personaggi della generazione di Paolo sono una rappresentanza di gran rango del miglior fumetto italiano, autori ancora giovani ma sulla breccia già da molti anni, in alcuni casi più di 20.
Li riconoscete? Bravi, perché alcuni non sono per niente facili, roba da intenditori. E – non per portarvi male – ma siete proprio sicuri?
Sì? Okay, in questo caso provate a partecipare al

CONCORSO!


Facendo riferimento ai numerelli appositamente predisposti, inviateci gli 11 nomi che secondo voi corrispondono agli autori qua sopra bacilierati e vincerete un premio senza precedenti e – ve lo garantisco – senza un seguito: sarete intervistati da questo blog.

INCONTRO CON PAOLO BACILIERI
A cura di Francesca Faruolo.
Intervista raccolta a Bologna il 12 dicembre 2008

Non pago di essere “solo” un autore con uno stile personale, ti confronti spesso con situazioni in cui la libertà creativa è vincolata da limiti e costrizioni, come i canoni di genere o la serialità della produzione. Lo consideri un modo di fare sperimentazione?
Una delle cose di cui mi sono accorto è che si impara a fare fumetti solo facendoli e sbagliandoli. Adesso riesco a fare cose che dieci anni fa non mi riuscivano proprio perché ho una concezione più consapevole dei miei limiti. La sperimentazione è utile per sbagliare. Una volta che si è messi alle strette, sperimentare permette di trovare nuove soluzioni.

In una tua storia di Jan Dix, uno dei personaggi è Zeno Porno, o Paolo Bacilieri, se preferisci. È un link, un rimando agli altri tuoi lavori, o una scelta di comodo (facevi prima a disegnarlo)?
È sicuramente la seconda cosa: è un personaggio già pronto, che non devo studiare. E poi stava bene, era adatto alla situazione. Insomma, l’ho usato per biechi fini narrativi: un personaggio è come un vestito comodo, che non riesci mai a lasciare.

Per un disegnatore l’abilità di creare immagini complesse è importante quanto la capacità di trovare scorciatoie che permettono di dosare le energie e tempi. Se condividi questa affermazione, quali economie metti in atto quando disegni?
Per me questo discorso è vero specialmente quando lavoro per Bonelli e mi confronto con i tempi di produzione. Il fatto di avere una scadenza entro cui stare è una cosa bella e importante. Non potrò mai fare quello che faceva Tezuka, produrre migliaia di tavole con la stessa felicità, ma mi interessa comunque il fatto di disegnare tenendo conto di certe necessità. Quindi, per esempio, fare il tirchio su alcune vignette per poter poi scialacquare su altre. È come chiedere al lettore di accettarti nelle diverse fasi: quella in cui risolvi la vignetta con una silhouette e quella in cui disegni molti particolari e fare convivere queste due soluzioni.

Una domanda buffa: cosa pensano i tuoi figli delle cose che fai?
La domanda è interessante perché davvero i miei due figli [di 12 e 16 anni al momento dell’intervista – N.d.R.] sono sempre la mia prima sponda. In genere sono anche i miei più severi critici perché i loro gusti nel tempo sono diventati sempre più specifici e, decisamente, i miei fumetti non rientrano tra le loro preferenze. A loro piace Rat-Man e io ho imparato ad apprezzarlo grazie a loro.

Forse sono ancora troppo giovani per le tue cose.
Questo è veramente difficile da dire perché, per esempio, si sono letti i 14 volumi del Buddha di Tezuka. Però bisogna anche precisare che questo è un capolavoro con una dinamicità e una potenza espressiva tali da sfondare qualunque barriera.

C’è un libro molto bello di Silvina Pratt, prezioso per la descrizione che fa di se stessa, ragazzina cresciuta negli anni Sessanta/Settanta (come me), oltre che per il ritratto poco istituzionale del padre. Silvina racconta di come Hugo si incazzasse quando lei e il fratello preferivano i neri come Kriminal o Satanik a Corto Maltese. Ora, non voglio fare paragoni estremi, ma tra me e i miei figli riconosco un po’ la stessa dinamica. D’altra parte è abbastanza sano e naturale così. Un figlio in adorazione sarebbe insopportabile e invivibile.

Che fumetti disegnava Bacilieri quando aveva 14 anni?
Non erano molto diversi da quelli di adesso, qualcuno lo conservo ancora. Dal punto di vista grafico e narrativo erano molto basici ma sostanzialmente mi interessavano le stesse cose che più o meno mi interessano adesso, come amicizia, atti di eroismo, dinamicità, “morirà, non morirà”…

Fumetti, insomma.
Si, fumetti. E devo dire che guardando le tavole dei miei 14 anni, mi domando se effettivamente ho fatto davvero qualche passo avanti. Sarebbe importante mantenere quella stessa innocenza. L’accumulo di tecnica negli anni ti porta a essere sempre meno istintivo. Dei fumetti a me interessa la “stupidità”. È un valore da salvaguardare.

Hai mai incontrato Magnus di persona?
Si. Io ero all’inizio e lui era nella fase “Centodieci pillole” e “Femmine incantate”. Con il mio agente di allora, Luca Aurelio Staletti, un personaggio leggendario, sono stato a Bologna, a casa di Magnus. Ricordo come se fosse ora la sua faccia che spunta dal bagno pieno di schiuma da barba – non ce l’aveva solo sulle guance, ma dappertutto, spuntavano fuori solo nasone, baffoni e due occhi scuri,vivissimi– con espressione allegra fa: “Ehi, ciao Staletti!” Da allora, per me Magnus è quello. Poi ha guardato le mie poverissime tavole di allora dicendomi delle cose assolutamente intelligenti. Mi spiegò per esempio che disegnare delle persone di colore non vuol dire fare delle figure in negativo (io allora mettevo il nero e lasciavo i tratti del viso in bianco).
Però la cosa veramente importante dell’incontro con Magnus, più ancora delle sue parole, è stata la prova che “la possibilità c’è”, che i marziani esistono. Magnus mi ha colpito per la sua totale mancanza di autorità, era come un folletto, una persona che non proietta ombre.

Molte tue storie hanno ambientazioni venete o veronesi. Senti di avere un rapporto sentimentale con quel territorio, nel senso che provi piacere a evocarlo, o hai invece un atteggiamento più distaccato?
È come per le cose di famiglia: si tratta di una faccenda sentimentale, ma c’è anche una certa respingenza. Parafrasando Billy Wilder, “Quello che odio del Veneto è che non riesco a odiarlo.”


Paolo Bacilieri in rete
Il blog personale
Fummettografia
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Tutte le immagini a corredo dell’articolo sono di Paolo Bacilieri, Copyright © dei rispettivi detentori

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12 Risposte to “Paolo Bacilieri”

  1. Tirappa Says:

    Sono proprio contento. Bacilieri è il mio preferito, in assoluto e da molto tempo.
    La cosa singolare, ma neanche troppo, è che quando lo incontro non posso trattenermi dal rendermi ridicolo, e corro scodinzolante, come la peggio groupie, a complimentarmi con il MIO campione. Ecco, con questo dovrei avere avuto anche io il mio quarto di minuto di celebrità.
    Grazie a Paolo Bacilieri ma anche ad Andrea Plazzi.

  2. Andrea Plazzi Says:

    E già che ci siamo anche ad Alex Tirana, va’

  3. Luca Says:

    Andrea,
    la fumettografia é completa per quanto riguarda la produzione per Bonelli?
    Ciao.
    Luca

  4. Andrea Plazzi Says:

    Tutt’altro… è un po’ datata e si ferma al 2003. Se qualcuno trova di meglio in rete (o riesce a integrarla personalmente), è il benvenuto. Personalmente – vado a memoria – adoro l’ultimo episodio di Paolo per Napoleone e quello uscito un paio di mesi fa per Jan Dix (solo disegni).

  5. Ale Says:

    Dannazione!! Mi mancano gli ultimi due!! Il 9 e il 10! ARGH!

  6. smoky man Says:

    Proviamo col listone, qualcuno lo becco di certo, per qualche altro vado a caso! smoky salut :)

    1. Marco Corona
    2. Francesca Ghermandi
    3. Gipi
    4. Toffolo
    5. Otto Gabos
    6. Giuseppe Palumbo
    7. Vanna Vinci
    8. Giovanni Mattioli
    9. Menotti
    10. Massimo Semerano
    11.Davide Fabbri

  7. Andrea Plazzi Says:

    Ale: dai, buttati e prova.
    Smoky: 6 su 11 (non dirò quali ma è già un aiuto, dai…)

    Tutti gli altri: qualche altro coraggioso?
    Un piccolissimo aiuto: per alcuni autori, non fidatevi troppo dell’eventuale somiglianza fisica e puntate al “carattere”…

  8. Alfredo Says:

    Basta un disegno per sbattermi in faccia le mie lacune. Alcuni non hola minima idea di chi siano…
    … a sto punto attendo i risultati “ufficiali” per imparare qualcosa.
    Accidenti Bacilieri! =)

  9. Ale Says:

    Allora proviamo…ma l’ignoranza ha la meglio…lo faccio per poter incrociare i dati e andare per esclusione…
    1 Giorgio Cavazzano
    2 Francesca Ghermandi
    3 Gipi
    4 Davide Toffolo
    5 Leo Ortolani (?!)
    6 Giuseppe Palumbo
    7 Vanna Vinci
    8 Magnus (..se vedo un paio di baffi dico Magnus, è più forte di me…scusate)
    9 Massimo Carnevale/Tito Faraci
    10 Massimiliano Frezzato
    11 Bruno Brindisi

  10. Andrea Plazzi Says:

    Ahi ahi ahi… 4 su 11 (ma capisco l’effetto Magnus)

  11. Andrea Plazzi Says:

    Per Ale: in realtà ne hai azzeccati 5, ma uno è “fuori posto” (cioè è uno degli autori ma non corrisponde al numero a cui l’hai associato)

  12. Ale Says:

    Hum…la cosa si complica…

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